L’Union Fenice ha da pochi giorni il suo nuovo tecnico: Andrea Pagan. Che “nuovo” poi non è, avendo già allenato con successo la compagine veneta ai tempi della Real Fenice. Tante le soddisfazioni all’epoca, tanta emozione oggi nel ritornare in un ambiente per lui fortunato. Non solo sportivamente parlando: proprio alla Fenice mister Pagan ha conosciuto la donna della sua vita. “Destino tornare qui”, ci ha detto nel corso di questa bella chiacchierata, raccontandoci qualcosa della sua storia e delle sue ragazze.

Allora mister, sei alla Fenice da pochissimi giorni. Come procede il lavoro?
“Con le ragazze sta andando tutto bene: ho fatto il primo allenamento giovedì scorso e purtroppo per un problema di tesseramento non sono potuto andare in panchina domenica, mi ha sostituito il mio vice Pavan. Martedì c’è stato il secondo allenamento e ieri il terzo, i tempi chiaramente sono un po’ risicati per preparare la sfida con l’Audace. Nel più breve tempo possibile dovremo cercare di dare un’identità chiara alla squadra, sia in attacco che in difesa. Ma io e il mio staff siamo molto contenti della scelta che abbiamo fatto e della possibilità che ci è stata data. Chiaramente il gruppo è molto molto buono: prese singolarmente le ragazze sono davvero brave”.

Alcune le conoscevi già…
“Sì, una metà di loro, visto che le ho allenate tre anni fa. Con la Real Fenice abbiamo vinto il campionato di Serie D, poi il C e la Supercoppa Veneto. Dalla C passammo al nazionale, quindi sento abbastanza mia questa A2, avendole portate io in questa categoria. All’epoca, l’ultimo anno allenavo non solo le donne, ma anche i Giovanissimi Regionali della Fenice, e dovetti fare una scelta. A malincuore, non potendo far tutto, “abbandonai” le ragazze a metà stagione. Con i ragazzi classe 2003 avevo iniziato un percorso di tre anni e quello era l’anno in cui c’era da raccogliere i frutti di quanto fatto. Fatalità, fu una stagione importante con loro: ci giocammo la semifinale scudetto, anche se persa purtroppo a sei minuti dalla fine con l’Aosta”.

Ti mancava questo ambiente?
“Gioco e alleno da quando ho diciotto anni, ho girato abbastanza il Veneto come giocatore e allenatore. Ho un bellissimo ricordo delle ragazze: allenare nel femminile, anche se non è facile, ti permette di avere situazioni tecniche in cui loro ti danno tutto, si impegnano al massimo e ti danno il massimo in ogni allenamento, e questo è molto importante per un allenatore”.

Quali sono le emozioni di questo ritorno?
“E’ un ritorno inaspettato, sono molto contento mi abbiano chiamato. Come dicevo prima l’ultimo anno, pur restando tesserato con la Fenice, avendo cambiato lavoro riuscii a dare una mano soltanto ai “piccoli” poiché non avevo i pomeriggi a disposizione. Mi mancava dunque la vita di campo, vivere lo spogliatoio… Questo settembre poi mi sono sposato, quindi non avrei mai potuto iniziare un’attività ad inizio stagione. Tra l’altro mia moglie è una ragazza che allenavo qui alla Fenice, Anna Rossetto. Ecco come va la vita…”.

Questa sì che è una notizia! E lei gioca ancora?
“No, diciamo che giocava per divertirsi! Dopo tre mesi ha fatto altre scelte”.

Dicevamo del tuo ritorno alla Fenice.
“E’ coinciso proprio con la fine del mio viaggio di nozze. Era davvero destino”.

Arrivi a seguito delle dimissioni del precedente tecnico. Come hai trovato le ragazze dal punto di vista emotivo?
“Loro stanno lavorando da agosto, io sono arrivato giovedì scorso quindi è ancora difficile valutare. Per quello che ho percepito io, non è stato facile per loro emotivamente, visto che non è accaduto perché le cose andavano male. Quindi è stato un bello scossone. Ma personalmente io sono una persona gioiosa, e loro non le ho viste abbattute. La difficoltà maggiore sarà creare un gruppo solido, con princìpi chiari: dovremo accelerare i tempi essendo ad inizio campionato. E’ un girone difficile, ci sarà anche da fare risultati e dare continuità a quello che facciamo in allenamento”.

Personalmente, cosa speri di dare a questo gruppo?
“Posso dire che tecnicamente – senza che nessuno si offenda – la squadra che ho oggi è superiore a quella dell’epoca, e nel primo anno di A2 ci salvammo abbastanza facilmente. Le più giovani che avevo anni fa, come la Bovo o la Tasca giusto per fare dei nomi, sono migliorate tantissimo in questi anni. La stagione scorsa loro hanno sfiorato i playoff, io mi auguro di fare un buon campionato. Secondo me il calcio a 5 femminile tra l’altro è migliorato molto ultimamente. Darmi degli obiettivi ora come ora non è facile, ma cercheremo di far il meglio che possiamo, se poi sarà una posizione di alta classifica ben venga. Penso ci sia tanta, tanta qualità e bisognerà sfruttarla per farne una vera squadra”.

Valentina Pochesci