Cinque giorni di ordinaria follia. In fondo lo sport è anche questo, no?
Si spengono i riflettori sulla Coppa Italia 2018, la prima edizione che ha raggruppato tutte e tre le categorie femminili di futsal nazionale. Serie A, Serie A2 e Serie C. Un evento pazzesco, organizzato nel migliore dei modi dalla Divisione calcio a 5, diciamolo.
E da giornalista e appassionata di futsal mi sono chiesta, cosa mi porterò di questa edizione? Tanta roba, di sicuro poco sonno…
Mi porterò innanzitutto i sorrisi delle giocatrici, gli abbracci e le risate scambiate al volo sulle tribune.
Mi porterò le lacrime, quelle amare, di chi è arrivato a un passo dal sogno, come il Cagliari, il Bisceglie e il Duomo Chieri. E quelle di gioia, di chi ha vinto, il Montesilvano, il Real Balduina e il Nuceria.
Mi porterò le battute fatte in tribuna stampa con Pietro, soprattutto.
E mi porterò la maratona giornalistica delle dieci ore di media al giorno e di non so quanti pezzi scritti e riletti. Scritti e riletti. Pezzi intesi come articoli, chiaramente. Massacrante, davvero. Eppure fantastico allo stesso tempo.
Mi porterò l’impegno di tutti i ragazzi della stampa e della divisione che in questi giorni hanno fatto diventare il femminile, il centro del mondo. Soprattutto di Fabio che per Lady Futsal ha dato tutto, in questi cinque giorni, diventando un ultrà del calcio a 5.
Mi porterò gli sguardi amari delle squadre uscite al primo turno. E di quelle uscite, poi, al secondo. In semifinale.
Mi porterò l’acqua cristallina di Polignano a Mare, una passeggiata di mezz’ora bastata per far rilassare.
Mi porterò lo splendido parquet nero del PalaFlorio. E mi porterò quel pallone calciato più di mille volte, da 20 squadre diverse. Moltiplicatele per le giocatrici e avrete il numero esatto.
Mi porterò le lacrime, si, ancora. Quelle di tristezza di Gaby che ha sbagliato il rigore decisivo per il Cagliari. E quelle di Maria Lucarelli che a 47 anni ha vinto il premio come miglior giocatrice di A2 con il Real Balduina.
Mi porterò le pacche sulle spalle.
Mi porterò le birre bevute a fine giornata.
Mi porterò la forza di volontà dello speaker, instancabile.
Mi porterò le tante persone riviste sugli spalti, che purtroppo si incontrano troppo poco. Sparse per l’Italia, da nord a sud.
Mi porterò quel mix di stanchezza e gioia che mi fa amare così tanto lo sport. E in particolare, questo, di sport. Il futsal.
Insomma, mi porterò tanta roba….
Ora però è l’ora di staccare e di tornare a casa.
La strada è ancora lunga…

Serena