A pochi giorni dalla prima finale scudetto stravinta dall’Olimpus per 8-3, i pensieri e le riflessioni si fanno più intense. Non potevamo non parlarne con Marco Shindler che ci ha accompagnato per l’intera stagione e che non possiamo non ringraziare ancora una volta.

Marco, ti aspettavi un risultato così netto alla prima?

“Non me l’aspettavo ma molto merito è dell’Olimpus. Alla Ternana non è riuscito nulla, una squadra molto contratta, troppe disattenzioni in fase difensiva. Ma di certo come dicevo prima, merito dell’Olimpus che ha dimostrato di essere una squadra molto compatta, cattiva, determinata: si vedeva anche dai raggruppamenti difensivi, raddoppiavano sempre su Renata, la Ternana invece sembrava più sfilacciata”.

Cos’è mancato alla Ternana?

“Alla Ternana sono mancate le individualità: sotto tono Maite, Renata e Taina. Quando una squadra punta su determinate giocatrici che poi vanno a mancare, diventa un problema.  Serviranno coraggio e forza nell’attaccare la porta avversaria, più la volontà nel difendere la propria area di rigore”.

Domenica si gioca a Terni, gara -2: chi vince?

“Può succedere di tutto. La prova di forza dell’Olimpus a livello psicologico potrebbe aver dato alla Ternana un segnale forte per riprendersi. Oppure no. Questo noi ora non possiamo saperlo. Domenica ci sarà un doppio aspetto: da una parte la panchina più lunga dell’Olimpus che di certo aiuterà la squadra romana. Quando fa caldo nel palazzetto di Terni sembra di giocare in una serra, si muore di caldo, e in questo caso la rosa potrebbe fare la differenza. Dall’altra la Ternana giocando in casa ha i suoi tifosi che la spingono a dare il 200%, il Pala Di Vittorio diventa un sesto giocatore in tutto e per tutto”.

Per chiudere, chi vedi protagonista?

“Taty domenica scorsa è stata impressionante, la migliore in campo. Non so che aspettarmi, sinceramente. Ma spero solo che sia una festa per il calcio a 5 femminile, così come lo è stata domenica scorsa, grazie a tutti i tifosi, soprattutto quelli ternani, a cui metterei 10 e lode”.

Serena Cerracchio