Non è più un’isola felice la Sardegna. Il Covid-19 è arrivato anche lì, portando a più di 700 il numero degli infettati. Tante storie che si incrociano per un futuro che più che mai a oggi, sembra lontano. A farne le spese le persone che non arrivano a fine mese, le famiglie, l’economia, a maggior ragione in un’isola come la Sardegna che vive di turismo e sport.
Mentre il basket si è fermato, nel calcio regna ancora la confusione e così è anche per chi fa calcio a 5, come il Cagliari di Claudia Cuccu:
“C’è un po’ di amarezza ma soprattutto tanta tristezza, per quello che sta vivendo il Paese. Vedere la gente che non ha soldi per fare la spesa, aspettare il bollettino delle 18 e contare le vittime giornaliere. Sembra di stare in un horror. In Sardegna abbiamo tanti casi ma la maggior parte non gravi; a Cagliari poi ce ne sono un centinaio, tutto il resto è nella provincia di Sassari. Ma comunque, come riesci a stare tranquillo? Io esco una volta a settimana, solo per fare la spesa…”.
Come passa la sua giornata il capitano del Cagliari?
“Mi alzo con calma, mi prendo quei tre, quattro caffè nella mattinata e faccio un po’ di yoga (grazie a Marika Mascia…), che mi aiuta almeno per un attimo a svuotare la mente. Poi dopo pranzo un po’ di TV e nel pomeriggio di nuovo allenamento. Le giornate sembrano tutte uguali…”.
Molte società hanno rimandato a casa le ragazze straniere, voi?
“Noi a parte Dayane che è tornata a casa per stare vicina alla famiglia, abbiamo le altre tutte qui. Le case erano bloccate fino a giugno e dato il momento, era forse più pericoloso fargli prendere aerei che non farle rimanere qui. Abbiamo tutte un programma da seguire per tenerci in allenamento, aspettando che qualcuno ci faccia sapere qualcosa. Il mister è tornato a casa, a Madrid, ma anche lì la situazione è tragica”.
Tornereste in campo, se ce ne fosse la possibilità?
“Assolutamente, perché vorrebbe dire innanzitutto che ce l’abbiamo fatta e giocare ci sembrerebbe la cosa più bella mai fatta. Realisticamente però la vedo un’utopia: non credo ci siano i tempi anche se fino a qualche settimana fa, avevo ancora la speranza di poter chiudere la stagione per non buttare i sacrifici di un anno, non solo economici. Forse sarebbe meglio organizzare la prossima stagione e prendersi tempo per pianificarla, perché è inutile nasconderci in un fazzoletto, sarà complicato trovare sponsor. Noi ci saremo se dovessimo trovare una soluzione per finire il campionato, ma prima di tutto c’è la salute: chi si prenderebbe la responsabilità di prendere un aereo oggi?”.
(Credit Futsalphoto)