Il Futsal Molfetta continua a volare. Le ragazze di mister Iessi, dopo aver raggiunto la Final Four di coppa, si avvicinano alla testa della classifica piegand la capolista Noci 4-3. Per commentare questo brillante momento di forma, LadyFutsal ha contattato il preparatore atletico biancorosso Mauro Gadaleta.
Che significato ha per voi la vittoria contro il Noci?
“Sicuramente la vittoria contro il Noci assume un significato molto importante, ci dona un’identità ben precisa in questo campionato. Inoltre ci dà forza e consapevolezza dei mezzi che abbiamo a disposizione, nonostante le innumerevoli difficoltà e defezioni dettate da infortuni e problemi di lavoro delle ragazze”.
Questa vittoria aumenta le vostre ambizioni?
“Le nostre ambizioni, inutile negarlo, sono sempre state importanti. La società ha lavorato bene quest’estate e ha creato una squadra competitiva con caratteristiche ben precise per fare bene. Uno degli obiettivi annunciati a inizio anno l’abbiamo conquistato con merito, sto parlando della Final Four, l’altro obiettivo è quello di cercare di fare meglio dello scorso anno. Come vediamo dalla classifica il campionato è molto equilibrato, ci sono almeno cinque squadre raccolte in pochi punti e per questo non bisogna perdere il passo e rispondere colpo su colpo. La strada è ancora lunga e bisogna impegnarsi seriamente come abbiamo fatto fino ad ora, ma io ci credo, come ci credono tutti nel Futsal Molfetta”.
Qual è il consiglio che ripeti più spesso alle ragazze durante gli allenamenti?
“Leggo questa domanda e mi viene da sorridere perché penso a un paio di ragazze a cui sono molto affezionato. Indiscutibilmente si è creato un grande gruppo e l’abbiamo appurato nei momenti difficoltà, un gruppo che lavora duramente durante la settimana con uno spirito di sacrificio fuori dal normale. Il mio consiglio rimane sempre lo stesso: le partite si vincono prima con la testa e poi con le gambe. Dico loro di non essere “schiave” degli schemi ma di “aprire il cervello”, trovare l’alternativa migliore nel minor tempo possibile, di avere coraggio di rischiare e la responsabilità di recuperare l’errore fatto”.
Fabio Pochesci