In molti si sono chiesti cosa sia realmente accaduto a due squadre di A2 che si sono ritirate in questi giorni dal campionato. Bene, noi abbiamo ricevuto in redazione una lettera aperta di una ragazza che ha avuto il coraggio e la voglia di raccontare, ma soprattutto la forza di chiedere un ‘aiuto’ alle autorità competenti. Quindi innanzitutto, grazie…

“Questa è la storia di un sogno infranto, della passione di 12 (e più ragazze) che si è scontrata con una realtà che non era all’altezza di quello che doveva e diceva essere. Questa è una storia che per lo più definirei “assurda” proprio perché in 13 anni di futsal, io che già ne avevo viste molte, oggi ne traggo anche una morale: non si finisce mai di stupirsi e imparare. È una storia di tante, troppe promesse, mai mantenute. Di un’immagine societaria tanto bella fuori quanto vuota dentro. Una storia fatta di accordi economici finti, dirigenti inventati, trattamenti diseguali, di scontri verbali e tante parole buttate al vento.

Ma non è solo questo.. è anche la storia di 12 ragazze che insieme hanno stretto i denti, sono scese a compromessi, hanno dato sempre il 100%, forse, anche ‘troppo’ ingenuamente, che hanno creduto. Insieme hanno conquistato il terzo posto tra infortuni e assenza di preparazione tecnica e fisica. Una storia fatta anche di amicizia, di unione, di sacrificio, rispetto e professionalità. Si, professionalità, quella che ci abbiamo messo sempre, noi. Per questo io, Katiuscia Acciarresi che oggi apro il cuore e le porte per una crescita di questo sport, chiedo alla federazione la possibilità di avere accordi e contratti economici obbligatori anche in A2 e un fondo economico a garanzia che le società devono presentare al momento dell’iscrizione al campionato. Perché le ragazze, ripeto, a volte anche ingenuamente, non possono rischiare di ritrovarsi anche senza soldi per mangiare. A tutte le ragazze vorrei anche dire, di iscriversi all’asso calciatori e richiedere sempre un accordo economico, l’unica tutela per noi possibile. Perché la sola professionalità, evidentemente, non basta più. Ma soprattutto vorrei dirvi che non è giusto rimanere in silenzio, sarebbe molto meglio denunciare le realtà, in modo da non ritrovarci più nelle stesse situazioni. Perché, in fondo, noi vogliamo solamente giocare a futsal”.