Dal 6 al 9 febbraio, A Novarello, si è tenuto il raduno della Nazionale femminile di futsal, dove Francesca Salvatore, insieme al suo staff, ha avuto modo di lavorare a stretto contatto con diciotto giocatrici selezionate. Oltre alle azzurre note, come ad esempio Alessia Grieco, Gaby Vanelli e Renata Adamatti – per citarne alcune -, il commissario tecnico ha offerto una chance a diverse giovani promesse di mettersi in luce sotto il suo diretto sguardo. Talenti dal potenziale notevole come Marika Umbro, la quale, con la casacca biancoceleste della Lazio, ha cominciato a farsi apprezzare dagli addetti ai lavori sia nel Campionato nazionale Under 19 che, da vice di Marika Mascia, nella massima serie.

“Non lo nego, la convocazione per questo raduno è stata una grande sorpresa”, la premessa dell’estremo difensore, che aggiunge: “Mi batteva forte il cuore quando ho ricevuto la notizia, e non potevo crederci. Non ho mai aspirato a nulla, ho sempre giocato per crescere e divertirmi, quindi aver aggiunto al mio bagaglio un’esperienza così importante non è da poco, per me”. La classe 2003, al Villaggio Azzurro, ha inoltre avuto l’occasione di conoscere e vedere in azione tante altre ‘colleghe’, viste precedentemente da avversarie, già affermate o, analogamente a lei, che stanno compiendo i primi passi della propria carriera sportiva nella categoria regina: “Ho potuto osservare da vicino giocatrici che ritengo fenomenali, inarrivabili, che seguo sempre, e ho anche condiviso quest’esperienza con persone che, come me, stavano affrontando i timori e le gioie della prima volta in azzurro”.

Umbro, dal canto suo, è rimasta colpita sin dal principio dal clima gioviale che ha trovato nella Nazionale maggiore: “Ciò che mi ha sorpresa di più sono state la serenità e l’armonia dell’ambiente del quale sono entrata, per breve tempo, a far parte: le giocatrici si sono rivelate da subito gentili e disponibili. Non mi sono sentita ‘di troppo’, perché ci hanno incluse immediatamente nel gruppo”. Sono stati quattro giorni intensi, quelli trascorsi a Granozzo con Monticello. “Abbiamo alternato brevi momenti di svago ad altri di duro lavoro, di crescita, e sono felicissima di aver avuto la possibilità di giocare con delle professioniste e di averle conosciute di persona. Sono grata dell’opportunità che mi è stata concessa: anche se dovesse non ricapitare, sono contenta di essere entrata a contatto con questa splendida realtà”.

La prima chiamata con l’Italia femminile di calcio a 5, certamente, rimarrà scolpita nella mente e nel cuore della numero 1 biancoceleste: “Quest’esperienza è stata molto stimolante: mi sono resa conto di avere tantissima strada da fare. Ho cercato di divertirmi, di non pensare troppo a dove mi trovassi per non cadere nella paura di sbagliare, e, togliendo il primo giorno in cui ero un po’ tesa, sono felice di essermela vissuta con serenità”. La divisa azzurra, ciò non bastasse, ha infuso tanta sicurezza in più in Umbro: “Questi pochi giorni mi sono serviti per dimostrare a me stessa di essere in grado di controllare le mie emozioni, per capire che, sì, spesso mi lascio influenzare da qualche preoccupazione inutile, ma, se mi concentro, posso riuscire a giocare tranquilla. Questo, per me, è già un grande traguardo”.

L’aquilotta, in ogni caso, rimane con i piedi ben piantati al suolo, conscia che la strada da percorrere tra i pali 3X2 della sua amata disciplina è ancora lunga da percorrere: “Non ho un obiettivo particolare, se non quello di migliorare giorno per giorno come persona e come calciatrice, e di dare tutto ciò che ho da offrire, in qualsiasi situazione. Così da non avere rimorsi o rimpianti, e per poter dire ‘sì, quel momento l’ho vissuto a pieno, è stato il mio, e questo è tutto ciò che conta”, conclude Umbro. Con una maturità da veterana.


Alessandro Cappellacci