Quando nello sport si parla di una società come una famiglia, beh, cadere nel banale è semplice. Già sentito, già visto. In molti casi sono parole di circostanza, in altri una realtà facile da constatare. Ed è quello che accade alla Virtus Ciampino, che ha coccolato come madre la propria Valentina Taccaliti. I 4 gol incassati in pochi minuti contro l’Olympia Zafferana alla prima giornata non erano facili da digerire. Ma l’estremo difensore delle giallorosse ne è uscita più forte: “Quello del portiere è un ruolo molto particolare” – dice Taccaliti a Lady Futsal – “Il blackout è stato globale, però in particolare sono io ad essere andata nel pallone. Ringrazio il mister per avermi dato fiducia e spero di averlo ripagato questa domenica (vittoria 6-2 contro la Coppa d’Oro ndr)“.
Taccaliti è felice per come sono andate le cose, e ciò traspare dal suo tono di voce: “Dico la verità: nella trasferta in Sicilia ho passato due minuti in cui non ho capito niente. Ma una delle cose più belle che ho visto a Catania è stata l’unione del gruppo. Nessuna ha puntato il dito contro l’altra, questo mi ha dato una gioia infinita e la motivazione giusta per dare e fare di più. Avere una mano sulla spalla mi ha spinto a fare meglio, devo ringraziare tutti, non solo le mie compagne. Anche tutti membri della società, che mi sono stata vicini, e il mister per avermi confermata nei 5 titolari”.
Per passare dall’inferno al paradiso sono bastati 7 giorni: “Non ci aspettavamo di vincere così nettamente contro la Coppa d’Oro. Sulla carta loro sono più forti di noi, però la voglia di vincere e la cattiveria agonistica hanno fatto la differenza. Ci siamo impegnate tanto in settimana, sentivamo la necessità di riscattarci dopo quella vittoria strana contro l’Olympia Zafferana. Ho visto delle compagne fare degli scatti incredibili (ride ndr). Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, credevamo nella vittoria ma non in un risultato così ampio”.
Da grandi parate derivano grandi responsabilità, il talento tra i pali di Taccaliti non poteva restare nell’ombra. Per fortuna che sono intervenuti i suoi due fratelli: “Io nasco difensore centrale, poi nella squadra dove giocavo due portieri se ne sono andati e tra i pali mi ci sono messa io. Anche perché ho due fratelli, entrambi giocatori di futsal: un portiere e un attaccante. Loro insistevano, dicevano che ero brava in porta. Allora, forse per istinto, da quando mi sono ritrovata in questo nuovo “habitat” non mi ci sono più spostata. Il numero che ho scelto è per loro: il 16 è l’unione dell’1 e del 6 che indossavano quando giocavano. Ormai sono portiere da 11 anni!”. La famiglia, quella vera, e una famiglia: quella giallorossa. Taccaliti ha trovato così la sua forza.