Il dado è tratto: Mediterranea-La 10 Futsal Femminile Livorno sarà la semifinale che le giallonere affronteranno a Prato il prossimo 1° aprile, andando a caccia della finale che si terrà il giorno seguente. A una settimana dalla prestigiosa kermesse, emozione ancora sotto controllo per la veterana Elena Galluzzi.
“Ce la vogliamo giocare a viso aperto dopo un cammino notevole che ci ha portate con merito all’ultima fase della competizione. E poi siamo in un posto in cui non ci sentiamo ospiti, diciamo così – sorride -. Il sorteggio? Sapevamo di andare un po’ al buio, l’una o l’altra sarebbe stato indifferente. Guardando i video, ho notato che la Med si distingue a livello offensivo e ha 3-4 giocatrici di altra categoria, Filipa Mendes su tutte. Ma ti ripeto: ci punto parecchio, anche perché sarà l’ultima Coppa della mia carriera”.
Sei partecipazioni alle fasi finali e una vittoria in Serie A con l’Isolotto a Pescara, eppure non ci sembra ancora arrivato il momento. “Scherzi? Faccio i bagni nel ghiaccio e nell’arnica – ride -. È un impegno enorme, al quale purtroppo non ho potuto dare la continuità che avrei voluto, ma sono contenta di aver preparato la squadra atleticamente: a oggi, non ci sono infortuni muscolari e la squadra sta bene”.
La 10 prima in classifica con una gara in meno rispetto alla vicecapolista che si è fermata in trasferta con la Virtus Ciampino e con la Shardana alle porte. “Dobbiamo cercare di sfruttare lo stop della Sabia per allungare il più possibile. Da noi tutte vengono per fare risultato e non si può abbassare l’attenzione, ma dal canto nostro c’è di bello che siamo sicuramente felici eppure non appagate. Ci piacerebbe fare bottino pieno e poi finire col botto”. Classe 1976, Galluzzi compete nelle diverse discipline da quando aveva appena 4 anni e il padre l’ha portata su una pista da sci. Super-G e libera sono state le sue specialità fino ai 13 anni, poi la scoperta del softball, grandissimo amore che ha anticipato il calcio a 5. Campi diversi ma calcati con la stessa grinta dell’ultimo dei 4 Europei vinti sul “diamante”.
“Eravamo a Praga contro la Cecoslovacchia, mattina della semifinale. Sul punto dell’1-0, a causa di uno scontro con un battitore, ho riportato una brutta ferita sul viso che ha richiesto due punti di sutura e mi sono rotta le falangi della mano. Quando ho visto le dita, ho pensato che non avrei giocato la finale del pomeriggio. Non per me che avrei giocato a qualsiasi costo, più che altro avevo paura che non mi avrebbero permesso di giocarla”. Com’è andata a finire? Galluzzi regolarmente in campo per l’ultimo atto e, poco dopo, sul tetto d’Europa. “Le dita sono rimaste storte – sorride – ma lo rifarei altre mille volte”.
Ufficio Stampa La 10 Livorno