Una vita di futsal, una vita da fiero condottiero delle sue squadre. Willy Lapuente vive di calcio a 5, dalla Spagna all’Italia, è totale il suo amore e la sua abnegazione per questo sport. Una carriera basata sulla passione e il lavoro. Sono troppo corte giornate di 24h per un allenatore che – tra mercato, futsal pratico e teorico – dedica più di 10 ore al giorno al calcio a 5. Dopo una brillante carriera nel maschile, ecco sbocciare l’amore per il femminile. Una carriera ricca di piccoli-grandi trionfi. Il Salandra dei miracoli, portato tra le prime otto d’Italia con un futsal spumeggiante, la salvezza a Stigliano, traguardo che sembrava impossibile a inizio stagione, e il Locri delle meraviglie, con una super Lioba, capace di infliggere goleade agli avversari.
Iniziamo da qui. Il leone di Saragozza torna nella “Città del Sole”.
Napoli è la città italiana che mi piace di più. La gente è simile a quella di Saragozza, molto calda e passionale. Sono felice di tornare ad allenare a Napoli e spero di avere lo stesso pensiero a dicembre.
Feeling immediato con il patron Mattiello?
Ho un ottimo rapporto con Mattiello. Lo conosco da molto tempo. Ha le sue idee e le porta avanti con personalità ma allo stesso tempo è pronto ad ascoltare la mia opinione e soprattutto mi lascia massima libertà sulle questioni tecniche, sul mercato e sulla composizione della rosa. Mattiello è un uomo d’onore e le ragazze lo adorano perchè mantiene sempre la parola data.
Sei un allenatore poliedrico, che non lascia nulla al caso. Illustraci la tua metodologia di allenamento.
Non mi piace lavorare con approssimazione ed è per questo che non lascio nulla al caso. Mi piace lavorare con professionalità ed intensità. Mi piace avere a che fare con ragazze che ‘mi mettono in difficoltà’. Il mio obiettivo è quello di valorizzare tutta la rosa a mia disposizione e concedere minuti a tutte le ragazze che lo hanno meritato con il lavoro durante la settimana. Napoli dispone di un gruppo di grandi giocatrici, un gruppo unito e compatto, e credo che questo agevolerà l’inserimento dei nuovi acquisti. Per me la tattica è molto importante ma la partita deve essere interpretata anche con cuore e grinta. Al termine del match dobbiamo guardarci negli occhi con la consapevolezza di aver dato tutto. Bisogna morire in campo per ottenere l’impossibile.
Napoli è una città passionale ed umorale. E’ facile passare dall’esaltazione alla depressione sportiva. Come gestire il tutto?
A Napoli, come in altri posti d’Italia, se vinci sei Maradona, se perdi sei scarso e l’allenatore va cacciato. Ma non mi spaventano le pressioni. Anzi mi danno una grande motivazione. Marigliano ha una grande tradizione nel futsal. Dobbiamo giocare alla morte, dobbiamo dare tutto per questa maglia perchè in Elite non esistono partite facili. La squadra ha una mentalità vincente, perchè ha dominato la Serie A, e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. Chiaramente ora l’Elite è un’altra storia e la gente deve essere consapevole di questa diversità. Non possiamo perdere tempo e dobbiamo costruire subito un gruppo unito perchè nel femminile la testa, e quindi l’aspetto psicologico, è più importante di ogni altra cosa.
Come vedi il resto del campionato?
Io sono abituato a vedere la mia squadra senza curarmi troppo del resto. Anche perchè fino a quando non verranno ufficializzate le iscritte alla prossima Serie A Elite è anche abbastanza inutile focalizzare l’attenzione sugli avversari. Sono felice del mercato fatto dal mio club e aspetto con ansia le ufficializzazioni che arriveranno nei prossimi giorni. Dobbiamo riempire il palazzetto dello sport e per farlo dobbiamo giocare bene e dare tutto in campo. Sto leggendo delle cose dette da altre persone sul mio conto, risponderemo a questi personaggi sul campo. C’è chi si sente un campione ad agosto e chi dimostrerà di esserlo durante il campionato…
Andrea Pelagatti