E’ una calda giornata dell’estate romana, a Ostia. Esattamente il primo giorno di agosto. E tra chi sta in ferie e chi ancora a lavorare, ci sono gli Azzurri di Roberto Menichelli con una missione ben chiara in testa: i Mondiali in Colombia al via il 10 settembre.

Grazie alla disponibilità della Divisione calcio a 5, il mio primo agosto è iniziato così, con una chiacchierata nel centro Olimpico Fijlkam di Ostia con il CT della Nazionale italiana maschile e femminile che sarà in raduno fino al 13 agosto.

Due bronzi, all’ultimo Mondiale in Thailandia nel 2012 e all’Europeo in Croazia nello stesso anno. Poi quel fantastico oro due anni dopo in Belgio, fino alla brusca eliminazione lo scorso febbraio con il Kazakistan durante gli ultimi Europei.

Mister, come si stanno preparando gli Azzurri per questo Mondiale?

“Chiaramente siamo all’inizio, al momento abbiamo tutti i giocatori a disposizione tranne Lima che ha avuto una piccola distorsione ma sarà di nuovo in gruppo tra qualche giorno”.

L’ eliminazione a Euro16 sarà più un contraccolpo o una voglia di rivincita?

“Intanto dopo l’Europeo ci siamo subito rialzati qualificandoci per il Mondiale e non era facile. Entravano sette europee, la Serbia non è entrata tanto per fare un esempio, ed è una squadra forte. Noi non abbiamo un percorso che ci vede come una delle squadre favorite, non lo siamo mai stati in niente, ne all’Europeo vinto ne a quelli precedenti, così come non lo saremo al Mondiale. Abbiamo fatto dei buoni risultati nel tempo con una squadra medio-alta: siamo riusciti a vincere un Europeo, a prenderci un bronzo al mondiale, un altro bronzo in Croazia e continueremo a giocare con questa filosofia”.

Quindi, solo una parentesi, l’uscita con il Kazakistan?

“Il problema è venuto fuori dopo aver vinto l’Europeo in Belgio quando tutti hanno iniziato ad attaccarci questa etichetta di “vincitori”. Ma noi siamo sempre stati quelli di prima anche essendo diventati i Campioni d’Europa e così affronteremo il mondiale: ce la giocheremo come abbiamo sempre fatto, cercando di orientare il lavoro verso il futuro”.

Ora ci sono 24 giocatori, ne dovrà scegliere 14, già qualche idea?

“E’ chiaro che c’è un’ ossatura di base che va avanti da tempo e che per gran parte sarà conservata. Poi c’è chi spinge per entrare e vedremo in questi giorni chi riuscirà a stare nei  14. Ho portato anche degli under 21 come Caverzan, Fortini, Baron e poi c’è la vecchia guardia che avevo impostato quando sono arrivato, vedremo..”.

Le squadre da battere?

“Sono tutte da battere. Secondo me l’Argentina è una squadra forte, ben allenata da un tecnico bravo come Giustozzi, un grande ex giocatore che secondo me gli darà molto. Una squadra che non ha mai vinto il Campionato del mondo. Poi ci sono i brasiliani, gli spagnoli, i russi.. e c’è il Kazakistan che è forte, una squadra che sfrutta bene il portiere, più che un portiere un giocatore che para, quindi diventa una squadra  importante, sennò non sarebbe arrivato terzo all’Europeo…”.

Molti club blasonati come Asti e Montesilvano non ci saranno nella prossima stagione, cosa sta accadendo al futsal?

“Io credo che sia una cosa che c’è sempre stata in ogni movimento sportivo, a partire dal calcio. C’è sempre qualche società che purtroppo non riesce a dare continuità però è una domanda che andrebbe fatta a chi decide di fare una politica sportiva. Credo che comunque rispetto ad altri movimenti il futsal riesca a tenere sempre alto il numero delle società presenti nel panorama nazionale e questo è un fatto positivo. Poi bisogna anche guardare le motivazioni: c’è chi non continua perché ha problemi legati a disponibilità di impianti, chi invece per problemi economici, che magari si è retto fino al giorno prima sullo sponsor e poi l’azienda lo abbandona”.

La soluzione, secondo lei?

“Se ci fosse un sistema tale per cui le società tramite il mondo giovanile si strutturassero maggiormente, questo potrebbe favorire una continuità di club in termini di parco giocatori.  In questo modo si potrebbe attingere di più dai rispettivi vivai e lavorare a livello societario così da non dipendere da sponsor esterni”.

Passando al femminile, la situazione non è molto diversa: Lazio e Isolotto non ci saranno più, stesso trend?

“Ci sono anche squadre che sono presenti nei campionati nazionali da moltissimi anni, quelle che si sono strutturate maggiormente. Speriamo che sempre meno si verifichino queste cose ma teniamo anche a mente che negli altri sport è la stessa cosa: basti vedere pallamano, pallanuoto, pallavolo, c’è sempre qualche società che non ce la fa. Bisogna strutturarsi maggiormente a livello societario”.

Stando a indiscrezioni l’Italia femminile dovrebbe prendere parte al prossimo mondiale a inviti, che ci può dire?

“Ora possiamo dirlo, l’Italia dopo un anno di conoscenza e di valutazione parteciperà al prossimo mondiale a inviti. La Nazionale femminile ha solo sei partite nella sua storia, e anche se sono pochissime, possiamo provare a giocare questo torneo. Poi chiaramente lo affronteremo con la volontà di misurarci e vedere con chi possiamo giocarcela anche se la Nazionale italiana femminile ha dimostrato di poter già giocare alla pari con squadre di medio livello. E’ riuscita a giocare alla pari con l’Ucraina che è una squadra forte, anche se sulle due gare, abbiamo pareggiato e perso di misura. Ma abbiamo dimostrato tanto con squadre di fascia poco minore come Ungheria e Slovacchia . Poi bisogna vedere cosa succede se giochi contro Russia, Portogallo, Spagna e Brasile. Probabilmente sarà dura giocarci ma come sempre, come ho fatto anche con il maschile, cercherò di trovare il momento agonistico giusto per crescere e migliorare”.

Prossimi impegni, quindi?

“Già abbiamo fatto il calendario per il prossimo anno, cercheremo di fare raduni programmati e se ci si riesce a mettere qualche amichevole prima di giocare. Speriamo che ci sia confronto tecnico con le quattro nazionali più forti. Nella programmazione fatta con la Federazione che va da qui ai prossimi anni c’è la volontà di partecipare al torneo Mondiale. Poi come sempre la parola finale spetterà alla FIGC e al Club Italia”.

Com’è stato approcciarsi al mondo femminile dopo tanti anni di maschile?

“Mi sono trovato molto bene. Ho trovato differenze importanti che fanno piacere come per esempio l’attenzione. Le ragazze hanno dimostrato una grande capacità di ascolto e di attenzione, molto più dei ragazzi. E questo non lo dico solo io ma anche tutti gli allenatori che hanno a che fare con maschile e femminile. Da attenzione e ascolto viene fuori anche più ordine nelle richieste fatte dallo staff tecnico. Per il resto anche se per me era la prima esperienza io ho gestito la squadra femminile cosi come ho gestito quella maschile, per me sono dei giocatori allo stesso modo”.

Differenze rilevanti tra uomo e donna?

“Le donne sono fisiologicamente diverse , hanno meno forza degli uomini. Di tecnica ci sono alcune ragazze che sono molto brave come gli uomini. C’è un ritmo diverso perché, ripeto, la donna è diversa strutturalmente. Se vinci è perché, indipendentemente dal sesso, sei riuscito a creare una squadra, senno non vinci niente. Fare una squadra vuol dire condividere un obiettivo comune dove tutti sono al servizio degli altri. Le donne devono fare squadra cosi come gli uomini, senno non farebbero parte della squadra Nazionale”.

Ringraziandola, le vorrei girare una provocazione: gira voce che potrebbe lasciare la panchina del femminile…. Solo rumors?

“Da quanto mi dice la federazione io rimango. Nel senso che con la federazione e il club Italia ci siamo incontrati e quindi mi hanno detto di proseguire. Sinceramente, ne sono molto contento”.

Serena Cerracchio