Chiudiamo la settimana special dei Gentlemen’s del Parquet con un giovane esploso proprio negli ultimi due anni. Nei sogni di Gabriele Ugherani c’è la Spagna, obiettivo difficile ma non impossibile. Lì c’è un altro futsal, va detto, palazzetti pieni e tifosi da “stadio”. Quella sensazione che ti fa venire i brividi quando scendi in campo. Ma come ogni obiettivo va raggiunto passo dopo passo, perché ogni cosa ha bisogno del suo tempo per sistemarsi. E Per Gabriele intanto è stato un gran 2019, bloccato poi da questo covid subdolo e parassita. Il giocatore della Came, romano doc, è rimasto a Treviso, quarantenato lontano dai propri affetti.

“Sono rimasto a Treviso perché noi abitiamo con nonna e non volevo creare difficoltà, qui non si puo sapere se uno è positivo o meno. Meglio non rischiare”.

Primo anno lontano da casa a Treviso, come è andata?
“All’inizio non è stato semplice, il primo mese è stato il piu difficile. Io venivo dalla Serie A2 con il Lido, avrei comnque giocato in Serie A, ma era la prima volta. L’intensita è diversa, anzi, è proprio il modo di pensare che cambia. Tecnicamente parlando in Serie A c’è una pressione più forte dell’avversario che non ti permette di tenere troppo palla, il pensiero deve essere molto molto veloce”.

Quindi dicevamo, primo periodo difficile…
“Si. Però poi sono entrato in fiducia con il gruppo, il gioco di mister Rocha è articolato. Ho trovato piu spazio e la stagione individualmente è andata bene, di squadra ancora meglio”.

Prime apparizioni anche in Nazionale, come le hai vissute?
“Con la maglia azzurra ho fatto un percorso simile a quello dei primi mesi a Treviso. Alle prime uscite sono andato molto bene: 4 minuti con la Romania, 8 con l’Argentina e 10 con la Bosnia. Venendo dalla A2 quando giochi e non sbagli sono punti a favore. Entrare in un gruppo è sempre una cosa nuova, puoi inserirti bene oppure no. Ma ho trovato due ambienti sani che secondo me sono anche molto adatti alla crescita dei giovani”.

Ti sei avvicinato al futsal un po’ tardi (a 19 anni) rispetto alla media. Oggi a 25 anni, ne sei completamente innamorato…
“Innamorato forse è anche poco. Ce l’ho nella testa sempre, è un pezzo di cuore. Mi piacerebbe allenare un giorno, ma prima vorrei giocare in Spagna… sarebbe un sogno”.

Se non sbaglio, hai un ricordo legato al mondo del futsal femminile….
“Si e tra l’altro risale a una vita fa. Quando ero piccolo nel mio palazzo arrivarono due famiglie con dei bambini, tra questi c’era anche una femminuccia. Quando facevamo le squadre per giocare a pallone lei non era quella che stava in squadra con il più forte. Lei era tra i piu forti. Io la guardavo con ammirazione. Era Costanza Amici, che poi ho vissuto un anno al Lido di Ostia, fidanzata con Gattarelli. Strano il destino, eh?”

E che idea ti sei fatto?
“Quando giocavo all’Olimpus guardavo spesso le ragazze. Mi piaceva da morire Giulia Lisi, bravissima. Ho visto anche la finale di coppa dello scorso anno tra Lazio e Kick Off e credo che ci siano ragazze molto forti come Pomposelli e Luciléia che hanno spunti che ti attraggono, rendendo la partita più divertente. Ma anche giovani come Grieco e Barca che si sono prese la Nazionale, hanno tanta determinazione. Queste ragazze sanno giocare e soprattutto ti fanno divertire perche hanno una tecnica molto elevata. Forse manca un po’ di intensita rispetto al maschile e io se fossi allenatore, lavorerei più su quella. Chissà, magari un giorno….”.

(Foto Girolamo Buscio)