Una Coppa Italia alzata con l’Isolotto, una finale Scudetto persa in gara -3 con il Montesilvano. Con Daniele D’Orto, oggi tecnico dell’Olimpus, siamo ripartiti proprio da qui, ripercorrendo le tappe di quella finale…

Daniele, torniamo un attimo a quel giorno…cosa è andato storto?

“Eravamo stanchi perché purtroppo rispetto al Montesilvano avevamo meno cambi e questo ci ha pesato. Abbiamo comunque fatto una grande stagione se pensi che abbiamo giocato praticamente con sei giocatrici effettive per tanti mesi. All’ultimo siamo crollati, abbiamo avuto l’infortunio di Cely e secondo me il Montesilvano ha sfruttato la rosa più ampia e la condizione fisica migliore rispetto alla nostra. Abbiamo comunque portato a Firenze un trofeo importante, la Coppa Italia”.

Nuova stagione con l’Olimpus: qual’è, se c’è, il colpo da 10 e lode?

“Tutte le giocatrici sono importanti: Lucilèia ha tanta esperienza, Taty è tra le prime cinque giocatrici del mondo, Rocha ha vinto tanto nel calcio a 11, Soldevilla e Cortés sono due certezze, Siclari, Bellucci e Lisi sono tra le migliori italiane in circolazione. Giulia, poi, l’ho sempre stimata molto per la caparbietà. Sono tutte quante importanti. A me interessa che sia forte il collettivo, senza gruppo non si va da nessuna parte”.

Quindi sarà l’Olimpus la squadra da battere?

“No, non direi proprio. Ternana, Kick Off, Montesilvano, Sinnai, Cagliari, Lazio e Real Statte hanno fatto delle squadre importanti. Credo che alla fine Olimpus, Ternana, Kick Off e Montesilvano siano sullo stesso livello, un pelo più sotto vedo Lazio, Statte, Sinnai e Cagliari ma di poco. Noi di certo abbiamo le carte per giocarcela con tutte. Paradossalmente il livello femminile sta diventando più elevato di quello maschile e tutto è più bello, anche se…”

Anche se?

“Anche se diciamola tutta, un campionato con un unico girone sarebbe stata un’altra storia”.

Capitolo iscrizioni, tante hanno rinunciato tra Elite e Serie A, che idea ti sei fatto?

“Per me questo è un hobby, non è lavoro. Quando andai via dalla Lazio era perché non mi divertivo più, c’era troppo dislivello con le altre squadre. Ora invece, forse perché ci sono le elezioni alle porte, si stanno favorendo molto le squadre dando la possibilità a tutti, in pratica, di essere ripescati. Poi però che succede? Che dopo 5, 6 partite i club minori o si stufano perché prendono troppi gol o mollano perché il tutto costa troppo”.

Quindi, per chiudere, la soluzione secondo te quale sarebbe?

“Io avrei fatto un girone secco a 12 squadre, magari con i playoff scudetto accessibili alle prime otto società classificate. Ora succederà che alcune società faranno 1, 2 punti, non si divertirà nessuno e il prossimo anno spariranno di nuovo. Bisogna rinforzare la qualità e non la quantità se si vuole far crescere il movimento femminile. Se la Federazione vuole continuare così per motivi suoi, ok, ma piano piano le squadre non si iscriveranno più e si resterà in pochi. Forse, prima o poi, qualcuno lassù lo capirà…”.

Serena Cerracchio