Sono 133,6 i km che dividono Bari da Manfredonia, un’ora e trentacinque minuti di macchina, eppure quasi sicuramente saranno molti a seguire il Manfredonia 2000 alla Final Eight di Coppa Italia. Chissà se saranno molti i tifosi o i gufi, come ci racconta capitan Nardella, a non aver creduto in questa squadra. Eppure la formazione pugliese ha conquistato meritatamente la qualificazione alla sua prima Coppa Italia Nazionale.

Avete superato il Catanzaro senza grandi problemi. Che partita è stata?
“Si, abbiamo superato il Catanzaro. Partendo dal presupposto che non abbiamo mai pensato di sostenere una partita leggera sia fisicamente, sia mentalmente o comunque facile “senza problemi”. Abbiamo cercato di impostare il nostro gioco e magari “dettando” anche le regole, per quanto riguarda l’andata, mettendoci testa, gambe e cuore, come cerchiamo di fare comunque in ogni partita, trovando di fronte delle ragazze molto disponibili, educate e con il vero senso di sport e fair play, preparate e con tanta voglia di fare e di imparare dai propri errori, tanto di cappello. Infatti, al ritorno (anche se per impegni personali non c’ero) ci hanno tenuto molto testa con un risultato finale del 3-3”.

Manfredonia, parla capitan Nardella
Manfredonia, parla capitan Nardella

Diciamo che siete le padroni di casa della manifestazione. Cosa si prova a giocare nella propria ragione?
“Siamo una squadra e una società ai primi passi e sicuramente nessuno credeva in questo progetto, ma mettendoci la faccia e la voglia di raggiungere degli obiettivi abbiamo abbassato lo sguardo, sudando ogni tipo di maglietta indossata partendo dagli allenamenti e a finire nelle partite, anche facendo finta di non sentire quelle “critiche” che la gente al di fuori poteva farci arrivare e posso dire tranquillamente che abbiamo fatto anche più del dovuto o di quello che comunque ci aspettavamo,  ma la voglia, i sacrifici, l’amore per la propria maglia e la passione  per questo sport ci ha ripagato con quello che oggi stiamo vivendo! Consapevoli di restare con i piedi per terra e continuare per la nostra strada! Rappresentare la propria regione sicuramente è una soddisfazione enorme per ognuna,  e penso che questo risultato gonfia il petto d’orgoglio a tutti, partendo da noi ragazze a tutto lo staff che ci segue e al presidente Donato Fortunato!”.

Il sorteggio vi ha messo di fronte il Nuceria. Che partita ti aspetti?
“Contro il Nuceria so di trovare delle ragazze molto preparate, quindi mi aspetto una partita combattuta, in modo corretto, da entrambi le parti. Non conoscendole posso solamente  dire che sul campo ci sarà la parola finale!”.

Cosa significherebbe portare a casa la Coppa Italia?
“Portare a casa la coppa significherebbe coronare un sogno progettato a parole e costruito con dei fatti, portare in alto quello che è il nome del Manfredonia 2000 e di tutta la Puglia, azzittendo anche tutte quelle persone che a differenza nostra non ci hanno creduto. Questo passerebbe sicuramente in secondo piano prese da tutte quelle emozioni che potrebbero avvolgerci in quel momento, che a parer mio sono indescrivibili quando ami ciò che fai,  almeno quanto ami te stesso. E se non ci sei dentro non si può capire!. Significherebbe anche ringraziare tutte quelle persone che per una stagione intera ci hanno seguite, guidate e anche sopportate, non facendoci mancare mai nulla, perchè si sa con noi donne non è facile”.