Montesilvano nel segno di Maria Amparo. La vittoria delle abruzzesi ai danni del Cagliari fa rima anche e soprattutto col suo nome, quello di una fuoriclasse capace di estrarre il colpo dal cilindro in qualsiasi momento. In qualsiasi sfida. E portare la sua squadra al trionfo.

Sono state le sue Final Eight, dalla prima all’ultima nota della sinfonia orchestrata dal Montesilvano. Il premio ricevuto in qualità di miglior giocatrice della competizione parla per lei. Final Eight inaugurate da una tripletta contro il Kick Off, in una partita decisa praticamente da sola, senza nulla togliere alla grande prova di tutte le sue compagne.

Poi la semifinale con l’Olimpus, detentrice del titolo: battere le campionesse d’Italia è stato possibile grazie a una prestazione solida, compatta, pressoché impeccabile. La pratica? L’ha chiusa proprio lei, la solita Amparo, l’ennesimo prezioso sigillo che di fatto ha spalancato al Montesilvano le porte delle finale. Dell’appuntamento con la storia.

Una gara difficile, difficilissima, combattuta a viso aperto contro un eccellente Cagliari. Lo svantaggio, il pari agguantato nella ripresa e dunque i supplementari. Ed eccolo, il tocco di Amparo. Il suo gol è una magia da conservare a eterna memoria: stop e destro al volo nell’angolino basso. Una perla arrivata in un momento cruciale e che ben testimonia il carattere di questa splendida campionessa, che non sbaglia neanche dal dischetto, nella lotteria dei rigori. Così come testimonia quello di tutto il Montesilvano, la sua fame, la sua voglia di portare a casa la prima Coppa Italia della sua storia.

Infallibile. Instancabile. Decisiva come poche sanno essere. Ma forse gli aggettivi sono inutili. Del resto bastano due parole per descriverla: semplicemente, Maria Amparo.

Valentina Pochesci

Foto Vincenzo D’Avino