Passione e grinta. Due parole per descrivere Clelia Stuppino, al suo terzo anno alla Coppa d’Oro. Letteralmente innamorata del pallone e della sua squadra, di cui parla con travolgente entusiasmo e simpatia, Clelia è un sano mix di umiltà e sogni.

In questa intervista concessa in esclusiva a Ladyfutsal, la giocatrice calabrese ci racconta la sua carriera, oltre a gettare uno sguardo sulla prossima stagione. Puntare in alto rimanendo con i piedi per terra (e sul campo di gioco!): una bellissima chiacchierata nel segno di un profondo amore per il futsal.

Ciao Clelia! Come va la preparazione?
“Tutto bene, abbiamo iniziato il 29 agosto. La settimana scorsa siamo andate in ritiro 3 giorni e siamo tutti molto soddisfatti, abbiamo anche vinto un’amichevole. E’ stata una preparazione intensa. Ci sono nuovi innesti e ne abbiamo approfittato per farli inserire nel gruppo, e anche per loro è andato tutto bene”.

Cosa ti aspetti dalla stagione?
“Di fare un buon campionato. Gli acquisti sono stati mirati, fatti per colmare i buchi che avevamo: penso che la squadra sia quasi al completo, abbiamo qualche infortunio che speriamo di recuperare la prossima settimana. Mi aspetto tanto dai nuovi acquisti, che dovranno dare tanto come noi dovremo dare tanto a loro”.

Un tuo giudizio sul girone?
“Io penso soprattutto alla mia squadra. Sono molto legata al mister, alla società, ai dirigenti, al presidente… Vedo già degli ottimi risultati. Ovvio, siamo all’inizio, ma per ora un segnale positivo è che non ci sentiamo come si fossero “vecchi e nuovi”, sia a livello di gruppo che in campo siamo già amalgamati. Poi le parole dovremo trasformarle in fatti. Il pallone è rotondo, e gara per gara bisognerà cercare di non fare progetti. Io, anche nella vita, vivo tutto alla giornata, affronto tutto di volta in volta. E’ inutile progettare”.

Raccontaci un po’ il tuo percorso.
“Sono partita dalla Pro Reggina, in Serie A, poi sempre rimanendo in A sono arrivata qui a Roma, all’Ardea, dove ho trovato il mio mister attuale Loredana Ceccarini. E’ stato grazie a lei che sono qui, perché mi ha voluto fortemente. Sono quindi scesa di categoria e passata alla Coppa d’Oro, poi sempre in C ho fatto un anno alla Roma e infine sono tornata qui. E’ il mio terzo anno, il quarto con Loredana. E’ un amore infinito!”.

Insomma ti trovi bene…
“Benissimo. C’è stata solo una pausa quando la Coppa d’Oro, promossa in A, dovette ricominciare dalla D per problemi societari. E adesso rieccomi qui. Alla fine c’è un bivio a cui ci rincontriamo sempre”.

Come ti sei appassionata a questo sport?
“Ho iniziato a 15 anni con la Pro Reggina. Il mio primo allenatore è stato Enzo Tramontana. Mi ricordo benissimo mio zio che mi vedeva giocare in spiaggia e diceva: “Io devo assolutamente farti vedere da questo mio amico”, che era appunto Tramontana. E’ iniziato tutto così. Ho fatto la C giù, a Reggio, che rispetto a qui è tutta un’altra cosa. Ti dico solo che all’epoca c’erano solo quattro-cinque squadre. Qui è molto più stimolante, c’è molta competizione, è un altro mondo. Quando sono arrivata a Roma è stato un impatto forte: passare da quattro a tredici squadre ti fa proprio esclamare “mamma mia!”. Ma non mi sono mai abbattuta, anche nella vita mi piacciono le sfide”.

Cosa rappresenta per te il calcio a 5?
“Il pallone per me è la vita. Da piccola giocavo con i maschi. Mia madre mi voleva legare! Mi diceva “vai a ballare, fai pallavolo!”. Una reazione normale all’epoca, quando il calcio era considerato uno sport “da maschietti”. Ma io ho sempre giocato, anche se su 20 maschi ero l’unica femmina. E’ stata una lotta, ma ho vinto! Non ho mai mollato. Il calcio è il mio pane quotidiano, è un amore incondizionato. Quando non gioco guardo il Milan, sono tifosissima rossonera. Penso che giocherò ancora per tanti anni, fino a che mi reggeranno le gambe! Ho trentun anni, e fino ai cinquanta mi vedo ancora a giocare! All’orizzonte c’è il pallone, poi non so, magari un giorno m’innamoro della danza (ride, ndr). No, non lo tradirei mai”.

Hai un modello?
“Amo Ibrahimovic. Mi piace perché lo odiano tutti. L’ho sempre seguito, pensa quando era al Milan!”.

Il tuo sogno?
“Vincere lo scudetto. Quello vinto con la Pro Reggina ce l’ho a metà, non me lo sento mio perché ho fatto solo metà anno. Loro me l’hanno fatto sentire mio, però io un trofeo me lo devo sudare. Prima di smettere è questo il mio desiderio, anche se ovviamente so che non è tutto nella vita. Mi piacerebbe vincerlo con la Coppa d’Oro, perché qui ci sono le mie radici. Tra qualche anno, o magari quest’anno, sarebbe una bella sorpresa! Sogniamo un po’… Ci vuole sempre un po’ di sana follia nella vita!”.

Clelia, come vuoi concludere questa chiacchierata?
“Ringraziando il mio mister Loredana Ceccarini. A lei devo tanto, è grazie a lei che sono qui e voglio restituire questo regalo che mi ha fatto. La stimo tantissimo sia come persona che come mister. Mi impegnerò tantissimo quest’anno per ripagarla, cercando di fare più gol possibili, che è il mio mestiere, e magari regalandole qualche trofeo”.

Valentina Pochesci