Otto squadre a contendersi il tricolore; altre quattro a lottare per non retrocedere. Nel mezzo il Torneo delle Regioni. Di tutto questo abbiamo parlato con Marco Shindler.

Marco, partiamo dai risultati degli ottavi. Te li aspettavi?

“Fasano e Cagliari hanno fatto un’ottima stagione e non si possono rimproverare nulla. La favola Locri finisce ma le ragazze calabresi sono uscite a testa altissima, dimostrando di essere tra le otto più forti d’Italia, anche se non è rientrata nei quarti. Sono rimasto un pochino deluso dal Pescara, non tanto per la sconfitta, quanto sul piano del gioco: mi sarei aspettato più spavalderia, come ha fatto il Locri, capace comunque di ribaltare il risultato”.

Domenica al via i quarti. Tutto può succedere?

“Sulla carta forse la Ternana è la più facilitata anche se, occhio, la Lazio è una squadra dai mille volti. Per il resto sono tutte finali tra le squadre più forti del nostro campionato. Da una parte le quattro che fino a oggi hanno riposato, dall’altra, quattro signore squadre che in questi ottavi hanno fatto molto bene”.

Capitolo playout?

“Come già detto Bellator e Falconara erano le due squadre più sicure dell’acquisizione della salvezza e lo hanno dimostrato sul campo nella gara di andata. Dovranno tenere alta la concentrazione per altri 40 minuti e potranno finalmente “riposarsi”.

 

In questi giorni si sta svolgendo il Torneo delle Regioni in Puglia. Il maschile ha anche le giovanili, nel femminile invece solo le rappresentative “maggiori”. Come si fa a far crescere il movimento femminile dalla base?

“Credo che bisognerebbe inserire il calcio a 5 all’interno delle scuole e in questo modo coinvolgere sia i maschietti che le bimbe. Molto dovrebbero farlo, però, anche le società investendo più fondi su tecnici qualificati nei settori giovanili. Ma penso anche che sarebbe buono iniziare collaborazioni con società di calcio a 11 femminile: in questo modo magari alcune bimbe non portate per il calcio, potrebbero essere dirottate sul futsal. Questo è chiaramente solo il mio pensiero…”.

Serena Cerracchio